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«Rosmini è pedagogo della scienza del cuore dal punto di vista intellettuale, morale e spirituale, in quanto è in se stesso permeato dalla (gesuitica) spiritualità del principio di passività, che lo porta ad esprimere ed elaborare una pedagogia come scienza umana in connessione intrinseca con la pedagogia divina che è la teologia spirituale. [...] Gli itinerari spirituali descritti [...] ci portano a comprendere come l'unità dell'educazione è nel contempo criterio teologico-spirituale e pedagogico essenziale per l'elaborazione di un sapere in grado di offrire l'unità dei saperi, e che, per questo, affronta fruttuosamente le sfide della contemporaneità [...] quali: lo sviluppo di uno stile ecclesiale sinodale; l'emergere di nuove interpretazioni storiografiche in grado di riaccostare il nesso tra utopia e kairos cristologico in termini inediti; il valorizzare il fattore antropologico rosminiano in quanto discriminante etico fondativo della dignità della persona, in modo tale che questo fattore sprigioni le sue implicazioni in termini politico-costituzionalistici, sociali e giuridici». (dall'introduzione)